Fonte: “Cause e rimedi al sovraccarico di metaboliti acidi indotti dall’attività sportiva intensa/agonistica” tesi del Dott. Alessandro Zulian

Il metabolismo anaerobico lattacido è un “meccanismo fisiologico” cellulare deputato alla produzione di energia a prescindere dall’utilizzo dell’ossigeno e della creatinfosfato (CP). Questo sistema energetico è infatti in grado di produrre ATP (Adenosin Tri Fosfato) in ambiente anaerobico mediante l’attivazione della glicolisi anaerobica (utilizzando il glucosio e non altri substrati).

Con il metabolismo anaerobico lattacido, da una molecola di glucosio si ottengono 2 molecole di ATP + acido lattico. Ciò lo differenzia dal metabolismo anaerobico
alattacido (che a partire dal CP non produce alcun “scarto” metabolico).

Contributo relativo dei differenti sistemi energetici nel produrre ATP durante esercizi massimali di diversa durata.

A cosa serve il metabolismo anaerobico lattacido?

Il metabolismo anaerobico lattacido è una “capacità” utile soprattutto alla contrazione muscolare richiesta da:

  • Sforzi troppo rapidi e da subito intensi che non possono essere sostenuti solo dal metabolismo aerobico. Ad esempio: forza e forza resistente (sollevamento d i sovraccarichi per un tempo superiore a 10-15 secondi), velocità e resistenza alla velocità (fase terminale di un scatto di corsa massimale), qualsiasi esecuzione di forza e velocità con recuperi incompleti.
  • Sforzi prolungati ma di intensità superiore alla soglia anaerobica. Ad esempio: tutte le attività di tipo aerobico che necessitano uno o più incrementi dell’intensità di esercizio: salite o volate nel ciclismo, mezzofondo della corsa, passo gara del canottaggio, passo gara della canoa, ecc.

Curiosità sul metabolismo aerobico lattacido

Il sistema anaerobico lattacido si svolge soprattutto nel citosol dei miociti per la contrazione muscolare , ma non solo: esso è anche tipico di poche altre cellule che devono lavorare senza utilizzare l’ossigeno, ad esempio i globuli rossi.

Allenamento e metabolismo aerobico lattacido

Esiste una differenza sostanziale tra l’attivazione del metabolismo anaerobico lattacido in condizioni di metabolismo aerobico non massivamente attivato e in condizioni di metabolismo aerobico pienamente attivato.

L’allenamento che prevede lo stimolo del metabolismo anaerobico lattacido nelle discipline di forza e velocità si basa sulla rapidità con la quale il muscolo è in grado di produrre energia ed acido lattico. In tal caso, la potenza lattacida è la capacità più importante da sviluppare e l’attivazione o meno del metabolismo aerobico assume un ruolo pressoché marginale. In poche parole, la prestazione dipende maggiormente dalla capacità di erogare energia piuttosto che dall’autonomia che questo metabolismo potrebbe consentire.

Sia chiaro, nelle attività di forza e velocità è presente anche una componente anaerobica alattacida (scissione della CP) molto importante, tuttavia, di per sé rappresenta solo una frazione della capacità atletica (tanto più importante quanto più breve è lo sforzo). L’allenamento specifico è orientato soprattutto verso l’efficacia del metabolismo anaerobico lattacido; prevede quindi l’esecuzione di protocolli incentrati su ripetute o ripetizioni di intensità massima verosimilmente caratterizzate da recuperi medio ampi.

Al contrario, l’allenamento che prevede lo stimolo del metabolismo anaerobico lattacido nelle discipline di mezzofondo o in quelle che implicano variazioni di ritmo/scatti brevi ma ravvicinati, si basa sulla capacità di produrre energia ed acidolattico al di sopra della capacità di smaltimento endogeno, quindi oltre la soglia anaerobica, ma comunque in condizioni di aerobiosi significativamente sollecitata o addirittura massimale.

Mentre nel caso precedente il metabolismo sinergico al lattacido era quello anaerobico alattacido, ora la componente che incide maggiormente è il metabolismo aerobico. L’allenamento specifico sarà quindi caratterizzato da livelli di intensità inferiori rispetto al precedente ma con durata e volume decisamente superiori.

La tecnica più utilizzata per lo stimolo del metabolismo anaerobico lattacido sopra soglia è lo svolgimento di tabelle in variazione di ritmo e/o ripetute su distanze sufficienti ad attivare pienamente anche il metabolismo aerobico; l’intensità può essere costante o progressiva.

Lo stimolo è orientato sia sull’efficacia della produzione energetica anaerobica che sulla tolleranza e lo smaltimento dei picchi di lattato. I recuperi possono essere più o meno ampi, attivi o passivi.

Migliorare il metabolismo anaerobico lattacido con l’alimentazione e gli integratori

Per migliorare la prestazione sportiva relativa al metabolismo anaerobico lattacido è essenziale svolgere soprattutto un lavoro specifico; pertanto, a seguito della costruzione di una più o meno importante base atletica aerobica, lo sportivo deve cominciare ad impostare le tabelle in funzione della durata dello sforzo di gara e delle concentrazioni di acido lattico da produrre.

In ambito sportivo è frequente incappare nella pubblicizzazione di integratori alimentari “teoricamente” utili al miglioramento del metabolismo anaerobico lattacido, ma concretamente la loro efficacia è decisamente “relativa”; tuttavia, se l’atleta presenta segni di affaticamento cronico e difficoltà nel recupero tra le sessioni di allenamento, è possibile che possa giovare di una integrazione salina (soprattutto di magnesio) utile alla compensazione delle carenze alimentari.

Sia chiaro che non esistono prodotti in grado di modificare il metabolismo enzimatico del muscolo, ma nelle discipline che espongono l’atleta a grosse variazioni di lattato è possibile che alcuni integratori alcalinizzanti (citratodi potassio) e/o bicarbonato possano contribuire all’ottimizzazione della prestazione di gara. Questo avviene grazie ad un recupero dell’omeostasi salina o come effetto tampone dell’acidità muscolare, ma si tratta sempre e comunque di effetti indiretti e soggettivamente determinati.

  Articolo scritto dal Dott. Alessandro Zulian.
Farmacista e da anni consulente scientifico per GJAV. Ha redatto la tesi sperimentale di Farmacia, con il supporto del box e degli atleti Redwall, sugli aspetti tecnici sull’alcalinizzazione e sui vantaggi nelle performance, studiando i relativi risultati ottenuti.

La tesi del Dott. Alessandro Zulian sull’uso dei prodotti GJAV

Questo progetto di tesi, nasce in parallelo con lo studio svolto presso AmbrosiaLab (società spin-off dell’Università di Ferrara) sul rilevamento della quantità di collagene nella popolazione, che ha permesso di individuare come questa proteina varia in soggetti praticanti attività fisica intensa/agonistica.

Successivamente, grazie alla collaborazione con il C.U.S. (Centro Universitario Sportivo) Ferrara, sono stati selezionati 34 atleti praticanti CrossFit® ai quali è stato misurato il livello di pH urinario valutandone il grado di acidità fisiologico. L’obiettivo è stato quello di tamponare e quindi di innalzare il livello di pH rilevato, mediante l’utilizzo di una supplementazione con integratori contenenti pH alcalin®, un miscela di sali alcalini, forniti da GJAV®, durante un periodo di undici settimane.

Approfondimento ➝ La tesi di laurea sull’efficacia degli integratori alcalinizzanti Gjav

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