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Tutti gli integratori alcalinizzanti per sportivi a marchio GJAV vengono sottoposti al protocollo Doping Tested, ossia ad analisi qualitativa presso il Laboratorio Regionale di Analisi Antidoping, accreditato dal Ministero della Salute.

Nello specifico operiamo con un protocollo Doping Tested (integratori alimentari doping free)che viene esteso su tutti i lotti di tutti gli integratori alimentari distribuiti nel mondo a marchio GJAV.

Ogni singolo lotto di produzione di polveri, capsule, gel, barrette o compresse,  prima dell'immissione in commercio viene preventivamente analizzato per escludere dal processo produttivo, la contaminazione accidentale con 22 sostanze dopanti, tra quelle statisticamente riscontrante nei test antidoping sugli atleti (steroidi, corticosteroidi, stimolanti, betabloccanti, diuretici etc.)

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Lo scopo della protocollo Doping Tested è quello di fornire una certezza per tutti gli atleti, agonisti ed amatori che possono utilizzare in totale sicurezza gli integratori alimentari doping free a marchio GJAV.

Doping - definizione di doping

Per doping si intende l’uso e abuso di farmaci o dispositivi medici atti ad incrementare artificialmente la performance e la prestazioni dell’atleta. All’atto pratico se un atleta o uno sportivo fa ricorso al doping commette un illecito sia all’etica dello sport ma anche da un punto di vista civile o penale, a seconda della gravità e delle circostanze.

Anche se il concetto di doping ha radici molto lontane, da un punto di vista sociale la diffusione di questo fenomeno ha interessato i paesi dell'Europa dell'est (DDR in primis) che hanno assunto il ruolo di precursori, applicando il doping in maniera sistematica. Si hanno notizie precise che interessano gli atleti di queste nazioni nel periodo che va dagli anni cinquanta fino agli anni ottanta, il fenomeno ha interessato per lo più gli atleti che partecipavano alle Olimpiadi. Gli steroidi anabolizzanti vennero banditi come sostanze proibite dal Comitato Olimpico Internazionale sin dal 1976. In base alla Legge n. 376 la Commissione di controllo sanitario dell’attività sportiva è istituita presso il Ministero della Sanità, tra i suoi compiti quello di determinare criteri e metodologie dei controlli antidoping. Ciò significa che la gestione dei laboratori antidoping non sarà più nelle mani del CONI, ma in quelle della Commissione stessa.

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Il 4 Febbraio 1999 a Losanna (Svizzera), nel corso dellaWorld Conference on Doping in Sport riunitasi dopo gli eventi che avevano funestato il ciclismo nell’estate dell’anno precedente, approva la “Lausanne Declaration on Doping in Sport”. La novità assoluta della Dichiarazione di Losanna è rappresentata dalla adozione del Codice Anti-doping e dalla istituzione di un organismo mondiale per la lotta al doping: la WADA.

Doping effetti collaterali

In passato si conosceva poco in merito agli effetti collaterali causati agli atleti dall'assunzione di farmaci dopanti. Per contro erano molto evidenti i miglioramenti in termini di struttura fisica e risultati agonistici. Tutto cià nell'arco di pochi anni ha portato a gravi danni fisici e psicologici per molti atleti fino a casi limite come quella della pesista Heidi Krieger che è stata costretta, a causa degli ormai enormi cambiamenti nel fisiognomici, a diventare uomo.

Doping – la normativa antidoping

La Federazione Medico-Sportiva Italiana (F.M.S.I.), organo del C.O.N.I., ha iniziato i controlli antidoping fin dal 1960.

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Nella legge manca una esplicita definizione di doping ma la si ricava dalla lettera dell’art. 3 in cui si penalizza con ammende sia “… gli atleti partecipanti a competizioni sportive che impiegano sostanze nocive per la loro salute al fine di modificare artificialmente le loro energie naturali …”, sia colui che “… somministra agli atleti che partecipano a competizioni sportive delle sostanze che modifichino le loro energie naturali …”.

Nell’art. 6 si individuano i laboratori per i tests antidoping e l’iter di accertamento, mentre nell’art. 7 si demanda ad un D.M. (emanato successivamente il 5.7.1975) il compito di elencare “le sostanze proibite ai sensi dell’art. 3 che possono essere rilevate nei liquidi biologici”.

La L. 1099/71 è certamente innovativa rispetto alla L. 1055/1950, per aver esteso i controlli a tutti coloro che praticano attività sportive agonistiche così abolendo la differenziazione tra attività professionistica, attività dilettantistica con retribuzione abituale e attività dilettantistica vera e propria.

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Doping – Controlli antidoping

I primi controlli furono effettuati ai giochi del Commonwealth Britannico in Nuova Zelanda nel 1974 e nove atleti, su un totale di 55 su cui si effettuarono le analisi, avevano steroidi anabolizzanti nelle urine; non vi furono sanzioni ed i concorrenti con riscontro positivo poterono contare sull’anonimato, poiché l’operazione antidoping era stata condotta a titolo sperimentale dimostrativo.

Nel 1988 alle Olimpiadi di Seoul la medaglia d’oro della velocità, l’allora mitizzato canadese Ben Johnson, pluri-recordman e collezionista di successi internazionali, viene trovato positiva al controllo anti-doping. Ne verrà fuori uno scandalo di dimensioni enormi. Lo stesso atleta, durante l’udienza della Commissione di indagine della Federazione Internazionale, spiegherà nei minimi dettagli l’uso-abuso di sostanze dopanti, che a breve termine consentiva l’acquisizione di successi sportivi, ma i cui effetti fisici erano di una devastazione e di una letalità sconvolgenti.

I farmaci potenzialmente dopanti dovranno recare un contrassegno per essere riconoscibili e avere, nel foglietto illustrativo, un paragrafo che ne spieghi gli effetti per chi pratica attività sportiva.

Il doping è reato penale. A differenza che in passato anche gli atleti sono perseguibili.

Il 1 Gennaio 2004 la WADA emana il nuovo regolamento antidoping. La prima novità del nuovo codice antidoping WADA è la nuova definizione di doping più restrittiva e più definita: “Con il termine doping si intende il verificare di uno o più violazioni previste dal Regolamento dell’Attività antidoping”. Viene pertanto sanzionato anche solo “la presenza di una sostanza vietata, dei suoi metaboliti e dei suoi markers”. Spetta allo sportivo assicurarsi che nessuna sostanza vietata (metabolici o markers) penetri nel suo organismo.

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Doping - bibliografia

  • Commissione per la Vigilanza e il Controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive.
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  • LAMB D.R., 1984, Anabolic steroids in athletics: How well do they work and how dangerous are they?, Am. J. Sports Med. 12.
  • GIADA F., CONTE R., PALATINI P., 1999, Effetti farmacologici e tossicità degli steroidi anabolizzanti, Medicina dello sport, 52/2.