L'infiammazione cronica detta anche infiammazione silente è un disturbo che interessa moltissime persone normali ma anche gli uomini sportivi e le donne sportive. Cerchiamo di capire da che cosa è causata e come fare per abbassare l'infiammazione cronica silente, con un focus sullo sportivo, sulle prestazioni, sulla sua alimentazione e sullo stile alimentare che può influenzare la comparsa di un processo infiammatorio legato anche al cibo.

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Definizione di infiammazione

Un processo infiammatorio ossia l'infiammazione si può inquadrare all'interno di un meccanismo difensivo attuato dall’organismo al fine di  difendersi da eventi avversi di diversa natura. Ad esempio si assiste ad una risposta infiammatoria nel corpo umano successivamente ad un infezione batterica oppure dopo un infezione virale.

Quando nel corpo di una persona avviene un processo infiammatorio è possibile assistere ad alcuni segnali tipici della manifestazione clinica del disturbo, ad esempio si avverte una sensazione di calore nella zona infiammata oppure si assiste ad un arrossamento e conseguente gonfiore. E' il caso tipo di un infiammazione gengivale, dove tutti abbiamo avuto modo di sperimentare questi sintomi associati al dolore. Generalmente accanto alla comparsa dei sintomi si assiste anche ad un alterazione dell'aspetto funzionale interessato dall'infiammazione.

Nel complesso, questi segnali sono il risultato delle normali modificazioni fisiologiche che si verificano nei tessuti colpiti dall’evento di danno al fine di contenerne la causa e, nello stesso tempo, di dare inizio al processo di riparazione dei tessuti
Rif: Medzhitov R. Origin and physiological roles of inflammation. Nature. 2008 Jul 24;454(7203):428-35. doi: 10.1038/nature07201.

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Assetto ormonale e infiammazione

Il processo di infiammazione cronica e silente si accompagna all’aumento della produzione ormonale di alcuni ormoni definiti pro-infiammatori quali:

  • Insulina
  • Cortisolo
  • Eicosanoidi

Insulina

L’insulina è un ormone peptidico prodotto dalle cellule beta del pancreas il quale viene definito un ormone anabolico con una spiccata funzione di deposito. L'insulina endogena è un ormone deputato alla regolazione dei livelli della glicemia nel sangue ed al deposito del glucosio nei tessuti (muscoli e adipociti).

La tolleranza insulinica negli sportivi è piuttosto elevata in quanto i muscoli, ipertrofici presenti in maggior misura e con volumi superiori alla persona sedentaria hanno una più elevata capacità di assorbire e richiamare gli zuccheri sotto forma di glicogeno muscolare tuttavia un eccesso di zuccheri nel sangue e quindi un eccesso nella produzione dell'ormone insulina potrà contribuire nelle persone sane alla formazione di trigliceridi ed all'incremento del tessuto adiposo. Una dieta particolarmente ricca di carboidrati raffinati e di zuccheri crea un'eccesso nella produzione di insulina la quale crea un vero e proprio bio feed-back inducendo i soggetti ad essere sempre più affamati, obesi fino ad evidenziare una patologia sempre più comune come il diabete.

L’aumento della produzione di insulina determina quindi  l'incremento nella produzione di acido arachidonico che si trova alla base della genesi di ogni processo infiammatorio con rilascio da parte del sistema immunitario di citochine infiammatorie (interleuchina 1, interleuchina 6, TNF-a), aumento della PCR proteine reattive), oltre che degli eicosanoidi infiammatori noti come prostaglandine, leucotrieni e trombossani.

Eicosanoidi

Gli eicosanoidi sono definiti ormoni autocrini ossa vengono secreti da ogni cellula del corpo e si distinguono in due tipologie ben distinte, eicosanoidi pro-infiammatori e gli eicosanoidi  antinfiammatori.

Come potremo vedere nel proseguo di questo articolo dedicato ai cibi antiinfiammatori, l'azione antiinfiammatoria che taluni alimenti possono vantare dipende dalla composizione biochimica degli stessi che regola la loro capacità di stimolare nell'organismo gli eicosanoidi antinfiammatori.

  1. eicosanoidi pro-infiammatori: attivazione  della risposta difensiva
  2. eicosanoidi  antinfiammatori: riduzione del  processo infiammatorio

Cortisolo

Il cortisolo viene definito ormone dello stress o meglio ormone della sopravvivenza in quanto la sua produzione si accentua anche come risposta ad eventi improvvisi che stimolano un meccanismo evolutivo ancestrale di fuga per la sopravvivenza (corri e fuggi da pericolo). Il cortisolo secreto dalle ghiandole surrenali favorisce l'incremento del glucosio ematico, stimola l'utilizzo dei substrati lipidici, contrasta i processi infiammatori mediando l'azione degli eicosanoidi. Durante il processo di infiammazione silente cosi come a causa delle forme di stress esogeno (lavoro, fatica, caldo, freddo etc.) si può arrivare ad una condizione para fisiologica di iper cortisolemia e quindi si creano le condizioni che a cascata possono portare a:

  • resistenza insulinica;
  • incremento di peso;
  • diabete;
  • stanchezza cronica;
  • sovrallenamento;
  • ipotiroidismo;
  • perdita di massa muscolare;

Il cortisolo prodotto in eccesso può a lungo andare influenzare la salute creando un effetto catabolico sul corpo e aumentando cosi il deposito delle scorte energetiche per cui anche il grasso cutaneo e viscerale.

Azione antinfiammatoria della restrizione calorica

Quando si parla di restrizione calorica non si intende un concetto di dieta restrittiva ne di  malnutrizione  ma si parla di una temporanea e controllata modificazione della quantità delle calorie normalmente introdotte con la dieta nel nostro corpo. Il digiuno intermittente o fast intermittent è una tecnica di bio haking oggetto di studio da diversi anni in quanto si osserva una marcata azione anti-aging.

Il semi digiuno programmato e limitato per un arco di tempo che varia dalle 12 alle 18 ore induce nel corpo la mobilitazione delle riserve energetiche, soprattutto glicogeno e di grassi di riserva, con formazione di corpi chetonici e contemporanea riduzione dell’utilizzo di proteine.

Uno degli effetti più rilevanti di un digiuno prolungato è la soppressione di quelle molecole segnale responsabili appunto dei processi di crescita, in particolar modo IGF-1 e mTOR, una soppressione che in esperimenti su animali ha fatto registrare un rilevante allungamento della vita.

Il digiuno intermittente è una tecnica salutistica che rientra nel campo di azione del cosi detto anti-aging per cui trova sempre più riscontro non solo in ambito estetico e funzionale ma anche a livello di medicina preventiva.

Se  applicata correttamente la riduzione calorica determina le seguenti variazioni:

  1. Abbassamento dei livelli ematici di colesterolo;
  2. Abbassamento dei livelli ematici di trigliceridi;
  3. Incremento del colesterolo HDL;
  4. Migliorata attivazione dell'enzima telomerasi;
  5. Riduzione dei markers infiammatori (PCR, proteine glicate,  interleuchina 1, interleuchina 6, TNF-a);
  6. Riduzione dell’invecchiamento cutaneo;

Stimolazione del processo di autofagia  che stimola il rinnovamento cellulare, l'eliminazione delle tossine  promuovendo il consumo delle nostre riserve. L’autofagia è un processo fondamentale per le nostre cellule e sembra che il digiuno intermittente abbia un notevole azione su queste dinamiche.

Cause dell'infiammazione

Molte persone manifestano alcuni sintomi riconducibili ad un processo di infiammazione, è giusto ribadire che questi disturbi o peggio patologie hanno una grande diffusione nei popoli occidentali tanto che si parla di “Occidentalizzazione” per descrivere l'insieme delle patologie (sindrome X, diabete, infiammazione cronica etc) che affliggono le popolazioni delle società più sviluppate

Sono numerosi, diversi e aspecifici: ritenzione idrica, difficoltà a perdere peso, stanchezza, cefalea, disturbi del sonno e dell’umore e molti altri. A questi vanno aggiunti quelli dovuti al problema presente (intestinale, allergico, ecc.) e molti altri.

E' interessante sottolineare il fatto che alcune alterazioni cognitive e le alterazioni del tono dell'umore sono associate ad una produzione eccessiva o prolungata  delle citochine infiammatorie (interleuchina 1, interleuchina 6, TNF-a) che appunto agiscono a livello c<drupal-media data-align="center" data-entity-type="media" data-entity-uuid="b98cd303-6c3d-4e07-92b1-7280303bc812"></drupal-media>erebrale.

Le citochine infiammatorie possono arrivare al cervello da altre parti del corpo attraverso la circolazione sanguigna. Di seguito vediamo alcune dei disturbi maggiori associati all'infiammazione cronica-silente.

Cause dell'infiammazione – stress cronico

Lo stress in forma acuta induce uno stato infiammatorio di tipo cronico  in quanto a stimolazione eccessiva nella produzione di citochine infiammatorie le quali a loro volta determinano uno stimolo nella produzione ultra diana del cortisolo (azione antinfiammatoria) creando cosi circolo vizioso (bio fedd back negativo).

Cause dell'infiammazione – alimentazione scorretta

Anche se su questo argomento si assiste ad una forte varietà individuale resta evidente il fatto che molti cibi industriali e raffinati  possono a lungo andare influenzare la salute in maniera molto negativa in particolare alcune classi di alimenti possono attivare alcune reazioni biologiche e favorire l'insorgenza di uno stato infiammatorio latente:

  • grassi idrogenati e oli idrogenati (olio di palma, margarina etc);
  • farine bianche ad alto indice glicemico ed elevato tenore di glutine;
  • alimenti cibi ricchi in omega 6 (olio di girasole, olio di arachidi);
  • zuccheri raffinati come lo sciroppo di glucosio-fruttosio (HCSF);
  • un eccesso di sodio nella dieta (sodio cloruro, sodio nitrato etc);
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Cause dell'infiammazione –  sindrome da sovrallenamento

Quali sono gli effetti del cortisolo sulla performance sportiva? Il sovrallenamento è definito come una fonte eccessiva di stressors biologici che innescano un bio feed-back negativo. E' il caso di molti atelti, più o meno giovani che riscontrano una forte penalizzazione della pratica sportiva e in particolar modo una riduzione delle performance fisiche e atletiche. Si parla di sindrome da sovrallenamento oppure Overtraining sindrome, quando ci troviamo di fronte a sintomi quali:

  • aumento della battito cardiaco a riposo;
  • perdita del ciclo del sonno;
  • aumento di peso;
  • alterazione dell'umore;
  • mancanza di energia;
  • riduzione delle performance;
  • incremento della ritenzione idrica;
  • aumento della massa grassa;

Cause dell'infiammazione –  sovrappeso e obesità

Anche il numero di calorie che introduciamo con la dieta  può diventare un fattore aggravante dell’infiammazione, soprattutto quando il consumo energetico complessivo non ne giustifica l’introduzione. Mangiare più di quanto abbiamo bisogno non è mai una buona idea.

Può sembrare un gioco di parole ma l'obesità causa infiammazione e l’infiammazione crea le condizioni per l'aumento di peso. In presenza di infiammazione cambia la distribuzione del peso corporeo, incrementa l'accumulo di grasso viscerale  e si favorisce l’insulino resistenza. Il risultato e che la continua fluttuazione di insulina e di cortisolo portano ad un alterazione dei livelli di zucchero nel sangue ed innescano una cascata di eventi tra cui un incremento delle citochine infiammatorie che a loro volta stimolano il rilascio di cortisolo....

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Cause dell'infiammazione – carenza di Omega 3

È noto che il ruolo chiave degli acidi grassi Omega 3 (ALA EPA e DHA) rispetto al processo infiammatorio.

Gli Omega 3 introdotti con la dieta attraverso gli alimenti animali (acciughe, sardine, alici etc), con gli alimenti vegetali (semi di lino, alghe etc)  o meglio integratori alimentari di Omega 3 in forma trigliceride titolati in EPA-DHA esplicano un’azione inibitoria nella produzione di citochine proinfiammatorie grazie alla produzione di eicosanoidi buoni.